Amalgama dentale? No grazie!

L’amalgama è stato un materiale da otturazione largamente utilizzato, composto da vari metalli fra cui mercurio, argento, stagno, rame e zinco. Spesso viene ancora erroneamente nominato col termine piombatura nonostante la totale assenza di piombo.
E’ un materiale obsoleto che non utilizziamo più da molti anni. Cercherò di spiegarvi i motivi:
1)    E’ una lega contenente il mercurio, elemento ormai universalmente riconosciuto come tossico ed altamente inquinante. I sostenitori dell’amalgama ritengono che non vi sia rilascio di mercurio durante la normale attività masticatoria, ma solo durante la sua lavorazione o la sua rimozione, per il surriscaldamento dovuto all’attrito con la fresa. In realtà il rilascio permane ed è costante, con picchi quando il paziente assume sostanze calde (un thè o un brodo caldo).
In ogni caso dobbiamo considerare il rischio ambientale anche nel lungo periodo; qualcuno ha infatti evidenziato che il paziente, una volta deceduto, avrà sempre in bocca questo veleno da smaltire e prima o poi il problema si presenterà, soprattutto se il corpo verrà cremato.
Nei paesi scandinavi è stato da anni completamente abolito il suo utilizzo.
Anche l’ANDI, che nelle sue linee guida non si è mai espressa fermamente contraria al suo utilizzo, da anni ne vieta l’applicazione nei bambini.
È comunque dimostrato che l’amalgama può essere causa di lesioni lichenoidi, ossia di alterazioni della mucosa orale che presentano un rischio significativo di degenerare.

lesione lichenoide in prossimità di una amalgama
lesione sparita dopo la rimozione dell'amalgama

2)    Mentre i materiali più recenti si legano al dente per mezzo di un processo di incollaggio, l’amalgama rimane in sede solo per ritenzione meccanica. Per questo, una volta terminata la rimozione della lesione cariosa presente (il motivo per cui si fa l’otturazione!), il dentista deve limare ulteriormente il dente con lo scopo di creare delle ritenzioni, dei sottosquadri, in modo da permettere al materiale di restare in sede. Quindi la preparazione del dente che riceverà una amalgama è meno conservativa rispetto al più recente composito, comportando quindi maggiore perdita di sostanza dentale sana.
3)    La caratteristica estetica dell’amalgama parla da sola e non ha bisogno di commenti. Tenete presente che l’amalgama è all’origine del fenomeno dell’impregnazione argentica, la quale spesso coinvolge gran parte del dente sano e ne altera il colore in modo irreversibile.

Resta da aggiungere solo che anche i tessuti circostanti, duri e molli, possono venir pigmentati dall’amalgama (vedi di seguito).
4)    L’amalgama inoltre , con l’umidità presente all’interno del cavo orale, tende negli anni ad espandersi. Questo potrebbe essere un vantaggio per restauri di piccole dimensioni: se l’otturazione è piccola la sua dilatazione manterrà nel tempo un buon sigillo marginale e la farà durare nel tempo. Se invece l’otturazione è di grandi dimensioni vorrà dire che la struttura dentale residua sarà ridotta, la spinta espansiva creata dall’interno da parte dell’otturazione sarà maggiore (per il maggior volume dell’amalgama) e questo espone il dente ad un rischio di frattura che aumenterà proporzionalmente col passare del tempo. Quindi quello che poteva costituire un vantaggio per le piccole otturazioni diventa un grave effetto collaterale per quelle più grandi, fino alla possibilità della perdita del dente per frattura.

Frattura visibile dopo la rimozione dell'amalgama

5)    Microgalvanismo
il corpo umano è composto per il 75% circa da acqua; questa funge da soluzione elettrolitica qualora ci fosse la presenza, in qualunque parte del corpo, di 2 metalli diversi, aventi quindi differenti caratteristiche elettrochimiche.
La corrente si sposta da una parte ad un altra del corpo tramite una migrazione di ioni attraverso i tessuti.
Le amalgame inducono galvanismo con viti e placche di osteosintesi, protesi interne o gioielli metallici indossati dal paziente.
Le macchie scure sulla pelle in corrispondenza di gioielli sono ioni metallici che, a seguito del microgalvanismo, vengono rilasciati dall’oggetto; con lo stesso meccanismo si formano le macchie scure nelle gengive attorno alle amalgame.

Pigmentazione della gengiva vicino ad una amalgama.

Dobbiamo sapere che la placca neuromuscolare (la struttura responsabile della trasmissione dell’impulso nervoso al muscolo) depolarizza a 90mV; si è visto che, misurando la corrente galvanica prodotta fra amalgame dentali e altri metalli, si sono misurate correnti superiori a 400mV, con probabili ripercussioni anche a livello posturale.
Per questi motivi da molti anni non utilizziamo più l’amalgama dentale e cerchiamo di prediligere una odontoiatria metal-free, ma capita di dover intervenire per rimuovere vecchi restauri; in questi casi isoliamo il campo operatorio con la diga di gomma, proteggiamo il volto del paziente, lavoriamo con abbondante irrigazione di acqua ed effettuiamo una doppia aspirazione dei fluidi e dell’aerosol prodotto.

Per ottemperare alla recente normativa Europea (Regolamento UE 2017/852 del 17 maggio 2017) ci siamo dotati di un apposito separatore per amalgama installato nell’impianto di aspirazione in modo da evitare di immettere nell’impianto fognario questo materiale altamente inquinante. I fanghi così prodotti vengono raccolti e smaltiti come rifiuto sanitario pericoloso.
Un accorgimento per il paziente che deve sottoporsi alla rimozione dell’amalgama è quello di assumere le verdure del gruppo delle Crocifere:
broccoletti
cavolfiori
verze
ravanelli
cavoletti di bruxelles
cavolo romano
wasabi (ravanello giapponese)
rafano
senape.
Sono i vegetali che puzzano perché contengono un gruppo sulfidrilico.
Il gruppo sulfidrilico ha una azione chelante (catturano e rimuovono) nei confronti dei metalli pesanti, tipo il mercurio.
Assumere una porzione di verdura al giorno per un mese a partire dal giorno della rimozione dell’amalgama.